mercoledì 15 luglio 2009

La guerra è uno sporco lavoro...ma qualcuno dovrà pur farlo. Dedica a un caro ragazzo che non c'è piu.

Alessandro poteva essere un fratello, o un amico. Semplicemente un figlio. Ma anche un marito premuroso e un papà sensibile. Era solamente un soldato chiamato a difendere la patria in un remoto terreno afgano dello Schewan. Mancavano solo tre mesi alla sua gioia, alla sua libertà, alle espressioni da ragazzo che condivideva in rete. Era da poco partito per la sua meta da cui non ha fatto più ritorno da vivo. Ora gridano sangue quelle parole dette col cuore. Sputano veleno per una guerra totale assurda di cui non se ne sente e mai sentiva la necessità, battono i pugni per una vita mandata a morire così.
La guerra è uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo, di campi di croce ne abbiamo troppi per poterli piangere tutti insieme.
Claxarticolo21



2 commenti:

vicky63 ha detto...

Tutte le guerre lasciano 'danni collaterali'. Così chiamano ora quelle perdite mai giustificate di cui nessuno si cura. Alessandro, come una lunga lista di persone e non solo nomi di tutte le nazionalità, reclama una parte del nostro cuore: quello che vigliacco si nasconde dietro il nemico.. oggi lo chiamiamo talebano, ieri irakeno... noi siamo gli stessi ancora purtroppo.
Vicky

Anonimo ha detto...

LA guerra fa paura persino solo la parola. A me dispiace solo che vanno in guerra ragazzi molto giovani e soprattutto mi dispiace che perdono la vita molti italiani . Qualcuno dovra combattere e non voglio che vanno gli Italiani .